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Sopravvive fino a tempi assai recenti la percezione delle montagne calabresi come territorio selvaggio e oscuro, ai margini della civiltà. Il Pollino, in specie, ben si presta ad una rappresentazione che oscilla tra l'incanto e la paura. Ma già i viaggiatori francesi del primo Ottocento riuscirono a cogliere la duplicità e la contiguità spaziale tra la Calabria montana e la Calabria costiera, entrambe riassunte nel colpo d'occhio che abbraccia, da Corigliano, l'intera pianura di Sibari e le cime ghiacciate" del Pollino.